Ghiaccio Facile: La PMI innovativa che ha conquistato il mercato del ghiaccio in Italia
José Ramirez, amministratore delegato di Premium Italia, racconta l’esperienza di Ghiaccio Facile, azienda leader nella produzione di ghiaccio alimentare del Bel Paese, con una fabbricazione giornaliera di 120 mila chilogrammi. «Quando abbiamo deciso di insediare qui la nostra attività ci siamo scontrati con la burocrazia e con la difficoltà di arrivare ai finanziamenti che ci servivano, e abbiamo capito di aver bisogno di un’agenzia che ci seguisse. Oggi abbiamo trovato la soluzione ideale: abbiamo 40 dipendenti e, affiancati da Ambico, siamo una PMI innovativa e continuiamo a investire».
L’esperienza di Ghiaccio Facile, brand di Premium Italia S.r.l., è quella di un’azienda in continua crescita. Nata da una joint venture italo-spagnola, è attiva nel Bel Paese dal 2015. Partita come piccola realtà commerciale, oggi vanta il primato di più importante produttore di ghiaccio alimentare in Italia, tanto da fabbricare 120 mila chilogrammi di cubetti al giorno. «Nel 2018 ne producevamo 33 mila al giorno, oggi, dopo gli ultimi investimenti, siamo arrivati a quadruplicare il totale. Siamo un’impresa giovane, ma esportiamo in Austria, Svizzera e Germania. E l’obiettivo è quello di crescere ancora, continuando a investire», sottolinea l’amministratore delegato José Ramirez, al vertice dell’azienda di Quarto d’Altino, che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 5 milioni e mezzo di euro, destinati a salire a 7 milioni nel 2023.
Uno sviluppo, il suo, che è stato possibile anche grazie al sostegno di un partner come Ambico, la prima agenzia privata per l’attrazione degli investimenti in Italia. Ed è lo stesso Ramirez a raccontare come la sua impresa sia stata guidata e quali difficoltà abbia incontrato lungo il suo percorso. «Parliamo di un prodotto che in Spagna era molto più diffuso nei supermercati di quanto non accadesse qui. Siamo pertanto partiti con una fase di “test”, che ci ha permesso di capire che uno dei motivi per cui il ghiaccio non era presente nel mercato come in altri paesi è perché i prezzi in Italia erano alti. Ed erano alti perché le imprese attive erano sostanzialmente piccole e, producendo quantità limitate, dovevano tenere prezzi alti per restare in piedi. A quel punto abbiamo puntato su un impianto di dimensioni notevoli, che ci consentisse di produrre quantità maggiori di ghiaccio rispetto ai possibili competitors ma adottando prezzi più bassi, sfruttando le logiche dell’economia di scala. Oggi parliamo di un prodotto presente nel 95% dei supermercati in Italia: solo pochi anni fa era impensabile. L’idea», continua l’A.D., «era quella di cambiare il modo di vivere l’esperienza del freddo attraverso un prodotto di qualità, sicuro e attento all’ambiente, che si rivolge alla grande distribuzione ma anche ai distributori di surgelati e catering e alle aziende dolciarie, di panificazione e ittiche».
Il primo ostacolo, a quel punto, è stato sostanzialmente culturale. «Sì, perché dovevamo entrare in un Paese in cui questo mercato, semplicemente, non c’era», afferma Ramirez. «Al riguardo posso dire che una svolta c’è stata negli anni della pandemia, quando è cambiata la sensibilità verso l’igiene. Il ghiaccio è un prodotto alimentare, anche se non sempre è considerato come tale. È soggetto a contaminazioni e richiede cura: questo ci ha spinto alla produzione di ghiaccio monodose sigillato, confezionato in modo assolutamente sicuro. Ci siamo scontrati però anche con un altro tipo di difficoltà, ben diverso. In primis abbiamo trovato un sistema bancario che non credeva nel nostro progetto e che ha cominciato a cambiare prospettivanei nostri riguardi solo quando non ne avevamo più bisogno. Tenete presente che l’intero investimento di partenza è stato fatto con le nostre sole risorse. E poi c’è la burocrazia, decisamente elevata, a cui abbiamo dovuto far fronte sin da subito».
Serviva, insomma, qualcuno che aiutasse Ghiaccio Facile nell’accesso alle agevolazioni disponibili e che la indirizzasse strategicamente.«Abbiamo capito che ci serviva un’agenzia che ci sostenesse, guidandoci negli investimenti, a partire da quelli legati agli acquisti dei macchinari, fondamentali per raggiungere i livelli produttivi a cui puntavamo», precisa Ramirez. «E qui ha avuto un ruolo determinante Ambico–agenzia guidata dall’A.D. Jonathan Morello Ritter –: ci ha aiutato a diventare una PMI innovativa, a ottenere sovvenzioni per l’acquisto di macchinari nei nostri stabilimenti, in particolare legate al piano Industria 4.0. Collaboriamo assieme dal 2021 e il suo supporto ci è servito a orientarci tra le opportunità a disposizione e a metterci nelle condizioni di crescere, ampliandoci a nuove fette di mercato».
Un messaggio, il suo, ancora più significativo oggi, nel momento in cui al centro del dibattito pubblico c’è il PNRR, mentre allo studio c’è la ridefinizione del piano Industria 4.0.«Partendo dalla nostra esperienza diretta, posso affermare che chi vuole investire in Italia ha bisogno di regole chiare, immediate e durature, che consentano di programmare le spese a lungo termine, con un’ottica di sviluppo pluriennale. Non puoi pretendere di mettere a disposizione delle aziende un incentivo, inserendo però, allo stesso tempo, tutta una serie di paletti che lo rendono inaccessibile. Attenzione: questo non significa che i finanziamenti debbano andare a pioggia a chiunque ne faccia richiesta senza controlli, ma al contrario che, se hai in programma un investimento e presenti un progetto che merita, ti sia data la possibilità concreta di effettuarlo. Ci sono potenziali aziende come la nostra, che portano risorse e danno lavoro a più persone, che non hanno la possibilità di inserirsi nel mercato italiano. Nel nostro caso abbiamo una sede a Quarto d’Altino e una a Roma, ma stiamo programmando ulteriori ampliamenti, che stiamo studiando proprio assieme ad Ambico. Oggi abbiamo una quarantina di dipendenti, ma la prospettiva è quella di assumere ancora e investire nel territorio».